Ho sempre amato il momento della prima colazione, sin da piccola quando la mamma la mattina mi faceva trovare la tazza preferita colma di latte tiepido con accanto i “Digestive”. I Digestive per me non erano DEI biscotti. Erano I BISCOTTI e mangiarli equivaleva al compimento di un rito in grado di favorire l’inizio di una buona giornata.
I Digestive dovevano pertanto essere immersi nel latte rigorosamente uno alla volta perché solo così era possibile gustarli nel momento esatto in cui raggiungevano quello che ritenevo essere il giusto grado di “inzuppamento”.
Nella mia mente di bambina avevo la radicata convinzione che I BISCOTTI avessero un sacco di qualità : erano belli, croccanti e dolci al punto giusto. Ma soprattutto erano perfettamente rotondi, di una rotondità che doveva essere preservata in quanto parte integrante del rito. Per farla breve: i Digestive dovevano essere mangiati INTERI.
Ma la vita, si sa, è piena di imprevisti e - ogni tanto - capitava che durante il tragitto negozio-casa la confezione finisse sotto il fustino della Mira Lanza o prendesse qualche colpo proprio lì, dove era più vulnerabile.
Così , a colazione, finivo per trovare un casino di briciole nella scatola.
NOOO!! Le briciole no, ti prego... non le voglio!
A quel punto mia mamma attuava la tattica consolidata del “...lo sai che ci sono bambini che farebbero chissà che cosa pur di poter mangiare le briciole dei biscotti ??? E TU ? (pausa tattica) Tu-non-le-mangi? (sospiro) Pazienza vorrà dire che... Comunque vergognati”. No, scusa... vorrà dire CHE...? Finisci la frase !... CHEchecosa? Che sarò la causa della morte per fame di poveri innocenti? Che si aprirà una voragine proprio qui, tra le piastrelle del pavimento della cucina e sprofonderò direttamente con la sedia nelle fiamme della distruzione eterna? Che mi radierai dall'albo familiare? Mai avuto una risposta. Vorrà dire CHE. Punto.
Oddio!!! Travolta da un senso di colpa così grande che in confronto l’Himalaya era un granello di pulviscolo interplanetario, versavo nel latte miliardi di briciole che istantaneamente si trasformavano in un’orrenda poltiglia marroncina. Uno schifo tremendo!
Un giorno poi accadde una cosa terribile. Dinnanzi all’ennesima descrizione straziante di decine di centinaia di migliaia di bambini che rischiavano di morir di fame per colpa di chi non mangiava le briciole , mia sorella Francesca (nelle cui vene già a tre anni scorreva sangue e marketing) disse risoluta : ”Io non le voglio. Faccio un bel pacchetto e le spedisco in Africa. Così siamo felici tutti: i bambini che le mangiano e noi che vogliamo i biscotti interi”. Da quel momento lei non mangiò più briciole ed io (nelle cui vene da sempre scorreva sangue e senso del dovere) ne mangiai il doppio.
Qualche settimana fa ho condiviso con Francesca un momento tra sorelle davanti ad una tazza di the con i biscotti. Non erano i Digestive, ma erano ugualmente buoni e perfettamente tondi. Tra una confidenza e l’altra li abbiamo divorati tutti e, alla fine, sono rimaste solo le briciole. Stavo per mangiare anche quelle quando lei, con viso inespressivo, mi toglie la scatola dalle mani, apre la finestra e getta il contenuto nel prato antistante la cucina. “Alla tua età mangi ancora le briciole? Io le do agli uccellini. Loro sono felici. Se ne vuoi ancora apro un’altra confezione”.
Cosa fai?!?! Sei pazza ?!?!?
No, no le briciole vanno mangiate. Altrimenti non siamo buoni. Altrimenti significa che non ci sappiamo accontentare. Altrimenti vuol dire CHE... CHE... insomma non incasinarmi i miei punti fermi con queste teorie rivoluzionarie. Le briciole si mangiano. Punto.
...Ma ormai le briciole erano già volate dalla finestra. E io ho mangiato altri biscotti. Buonissimi. Tondi. Interi. E mi sono sentita bene. Cazzo (scusate!) se mi son sentita bene!!! Adesso anche sul mio terrazzo arrivano gli uccellini. Fanno allegria. Mangiano le briciole che ho imparato a buttare perché, in fin dei conti, alla mia età credo di potermelo permettere.
Adesso non voglio più briciole di biscotti, ma soprattutto non voglio più briciole di tempo, briciole di affetto, briciole di persone o (peggio ancora) “persone briciole” concentrate solo su sé stesse, aride di emozioni e sentimenti, capaci solo di ricevere e non di dare. Ha ragione mia sorella. Di briciole è pieno il mondo, sono i biscotti interi, rotondi e perfetti che sono introvabili. Quando abbiamo la fortuna di averli tutti per noi è una festa. Perché le briciole non saziano, ci lasciano sempre con una voglia di fondo che non ci dà pace. Lasciando andare tutto ciò che è briciola ci rendiamo liberi per qualche cosa d’altro molto più soddisfacente: l’INTERO.
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